Prisca Agustoni è nata nel 1975 in Ticino (Svizzera). Poeta, traduttrice, docente di letteratura italiana e comparata presso l’Università Federale di Juiz de Fora, in Brasile. Ha vissuto per molti anni a Ginevra, dove ha studiato lettere ispaniche e filosofia, ha fatto teatro e ha organizzato incontri con poeti latinoamericani. Dal 2003 vive tra il Brasile e la Svizzera. A formare la costellazione della sua espressione poetica sono l'italiano appreso a scuola – la lingua materna è un miscuglio di dialetti ticinesi –, il francese degli anni ginevrini, lo spagnolo della passione letteraria e della cultura latinoamericana e il portoghese della nuova patria brasiliana, lingue nelle quali scrive e si auto traduce. Tra le sue principali pubblicazioni si ricordano: Inventario di voci / Inventário de vozes (poesia, Brasile 2001), Sorelle di fieno / Irmãs de feno (poesia, Brasile, 2002), Días emigrantes y otros poemas (in spagnolo, poesia, Brasile 2004), A neve ilícita (racconti, Brasile, 2006), la morsa (poesia, Svizzera, 2008), A recusa (poesia, Portogallo, 2009), A morsa (poesia, Brasile, 2010), La casa delle ossa (poesia, Svizzera, 2010), Poesie scelte 2000-2012 (poesia, Italia, 2013) Cosa resta del bianco (racconti, Svizzera, 2014), Un ciel provisoire (in francese, poesia, Svizzera, 2015), casa dos ossos (poesia, Brasile 2017. Semifinalista Premio Oceanos), L’ora zero (poesia, Italia, 2020), O mundo mutilado (poesia, Brasile, 2021. Finalista premio Jabuti), Lingua sommersa (poesia, Italia, 2021), O gosto amargo dos metais (poesia, Brasile, 2022. Premio nazionale Belo Horizonte di poesia, Premio Oceanos 2023), Entre o que arde e o que brilha (poesia, Brasile, 2022), Verso la ruggine (poesia, Italia, 2022. Premio svizzero di letteratura 2023). Sue poesie sono state tradotte in spagnolo, croato, macedone, inglese, tedesco, romancio, svedese, rumeno, catalano.
Ubah Cristina Ali Farah è una scrittrice e poetessa somala e italiana. È autrice dei tre romanzi Madre piccola (Frassinelli, 2007), Il comandante del fiume (66thand2nd, 2014) e Le stazioni della luna (66thand2nd, 2021); dell’ekphrasis La danza dell’orice (Juxta Press, 2020) e della raccolta di racconti Le ceneri della fenice (Hopefulmonster, 2022). Ha svolto un dottorato di ricerca di Africanistica all’Università l’Orientale di Napoli sul teatro popolare somalo.
Livia Bazu è nata a Bucarest (Romania) nel 1978. Trasferitasi nel 1990 in Italia, a Montecatini, si è laureata in Letterature comparate all'Università di Roma La Sapienza e ha conseguito un Dottorato di ricerca in linguistica presso l'Università per Stranieri di Siena, con la tesi Significare altrove: contaminazione e creatività nelle realtà interculturali italiane. Ha pubblicato racconti e poesie su varie riviste e antologie, fra cui si ricordano Babel Hotel (Infinito edizioni, 2012), Sempre ai confini del verso. Dispatri poetici in italiano (Chemins de tr@verse, 2011), Tu sei il mio volto (Ensemble, 2013). Ha pubblicato la raccolta poetica Sull'orlo delle cose (Cosmo Iannone, 2015).
Anna Belozorovitch è nata a Mosca (Russia) e ha vissuto tra il Portogallo e l'Italia, dove risiede stabilmente dal 2004. Laureata in Mediazione linguistica con specializzazioni in Criminologia e Cooperazione internazionale, ha studiato anche danza e teatro. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Studi Interculturali presso l'Università di Roma La Sapienza e ha lavorato come ricercatrice, docente di lingua russa e traduttrice. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche, tra cui Qualcosa mi attende (Lietocolle, 2013) e Il debito (Lietocolle, 2017). Nel 2015 è uscito il suo romanzo 24 Scatti(Besa).
Laure Cambau vive a Parigi (Francia). Poeta e pianista, accompagna cantanti lirici e partecipa a letture poetiche con improvvisazioni musicali. Ha pubblicato nove raccolte di poesia: Boulevards Lunatiques (Brocéliande, 1998), l’Homme dans la baignoire suivi de Nuages des Temps Ordinaires (éditions de l’Amandier, 2001), Latifa, la petite fille qui pleurait des mots (racconto musicale, musica di R. Gagneux, Durand, 2000), Et le Pourboire des Anges? (éditions de l’Amandier, 2005), Le couteau dans l’étreinte (Phi, coedizione Ecrits des Forges, 2007), Lettres au Voyou céleste suivi de Blanc sans blanc (édition de l’Amandier, 2010, Prix Poncetton), Ma peau ne protège que vous (Le Castor Astral, 2015, Prix Simone Landry), La fille peinte en bleu (Ecrits des Forges, coedizione Caractères, 2015), Les yeux de la mouche (Le Castor Astral, 2023); e numerosi libri d’arte (con J. Vimard, M. Cambau, C. Texedre, O. Kalesi...). Nel 2017 è uscita la raccolta poetica Le Manteau rapiécé, un voyage au fil du souffle (Unicité), ispirata dall’incontro spirituale e temporale con i Bektachis (“cugini dei sufi”), che si è aggiudicata il premio Vénus Khoury-Ghata 2018. La raccolta Grand Motel du Biotope (Apic, 2021) è risultato finalista ai premi Apollinaire, Mallarmé e Léon-Paul Fargue. I suoi testi sono presenti in varie riviste e antologie (Poésie d’aujourd’hui, Seghers, 2008; Calendriers de la poésie francophone, Alhambra, 2008; Anthologie poétique amoureuse, Écriture, 2010, Anthologie de la poésie érotique, Gallimard, 2012; anthologie «Terre de Femmes» Pas d’ici pas d’ailleurs, Voix d’encre, 2012...) e alcuni di essi sono stati musicati. È redattrice della rivista «Apulée».
Adriana Langtry (adrianalangtry.wordpress.com) è nata a Buenos Aires (Argentina) nel 1956 e risiede a Milano dal 1977. Laureata in letteratura ispano-americana con la tesi I simboli dell’immaginario nazionale nel romanzo argentino di fine‘900, ha pubblicato recensioni, racconti e poesie (in spagnolo, in italiano e in una sorta di terza via espressiva nata dall’incrocio di entrambe le lingue) su riviste quali «Sipario», «Crocevia», «Pagine», «El-Ghibli»; e in antologie come Lingua Madre Duemilaundici – Racconti di donne straniere in Italia (a c. di D. Finocchi, SEB27, 2011), Sempre ai confini del verso. Dispatri poetici in italiano (a c. di M. Lecomte, Chemins de tr@verse, 2011), La donna nascosta. Verba Agrestia duemilatredici (LietoColle, 2013), Parole di frontiera. Autori latinoamericani in Italia (a c. di M. Rossi, Arcoiris, 2014), Fil Rouge (a c. di A. Barina e L. Magazzeni, CFR Epos, 2015), Matrilineare. Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi (a c. di L. Magazzeni, F. Mormile, B. Porster, A. M. Robustelli, La Vita Felice, 2018), La poesia ai giorni della paura. Antologia (a c. di M. Fernandez, Rayuela, 2021); Confine donna. Poesie e storie d’emigrazione (a c. di S. Rosa, Vita Activa, 2022). Oltre alla scrittura e alla traduzione, si occupa di arti visive, partecipando con i suoi collage e libri d’artista a mostre collettive in Italia e all’estero. Nel 2015 è uscito in Francia per le edizioni P.J.Varet l’ebook Fragmenta Colorata, che raccoglie una scelta di lavori artistici e di testi poetici. Collabora con il sito Enciclopedia delle donne e il blog Los amigos de Cervantes.
Mia Lecomte è una poetessa e scrittrice francese di lingua italiana residente in Svizzera. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: la silloge poetica Lettere da dove (Interno Poesia, 2022); la raccolta di racconti Cronache da un’impossibilità (Quarup, 2015); e il libro per bambini Gli spaesati/Les dépaysés (Verba Volant, 2019). Le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue e pubblicate in numerose riviste e antologie; e nelle raccolte For the Maintenance of Landscape. (Guernica, 2012), Nuda proprietate (Eikon, 2020), Là où tu as ton corps (Apic, 2020. Prix Vénus Khoury Ghata 2021), Home is what is left (The Antonym, 2022, con fotografie dell’autrice), Desabitável (Macondo, 2024). Traduttrice dal francese, svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della letteratura transnazionale italofona, a cui ha dedicato alcune antologie e il saggio Di un poetico altrove. Poesia transnazionale italofona (1960-2016) (2018). È redattrice del semestrale di poesia comparata «Semicerchio» e collabora all’edizione italiana de «Le Monde Diplomatique». Nel 2017, con altri studiosi e scrittori attivi tra Francia e Italia, ha fondato l’agenzia letteraria transnazionale Linguafranca (www.linguafrancaonline.org).
Sarah Zuhra Lukanić* è nata a Spalato, in Croazia, nel 1960. Dopo gli studi classici, si è laureata in Letteratura presso l’Università di Fiume. Nel 1974 ha ricevuto il “Premio Internazionale per i Giovani Poeti Europei”. Ha lavorato come addetto stampa per il Teatro Nazionale di Spalato e ha collaborato con quotidiani di Spalato e di Fiume come critico teatrale. Nel 1987 si è trasferita a Roma. Dal 2005 ha scelto di scrivere in lingua italiana e ha conseguito diversi riconoscimenti in alcuni importanti concorsi letterari tra i quali: “Trieste Scritture di Frontiera − Premio Umberto Saba” (Trieste 2005) e “Io e Roma” (Comune di Roma 2006). Con la raccolta di racconti Rione Kurdistan nel 2006 ha vinto a Viareggio il Premio Letterario-Giornalistico “Mare Nostrum” e nel 2008, all’Aquila, il Premio per la Pace e i Diritti Umani; si è aggiudicata inoltre nel 2009 il “Premio Internazionale di Scrittura Femminile – Città di Trieste”, al concorso Lingua Madre il premio speciale del Torino Film Festival presso la Fiera del Libro, con il racconto “Fiocchi di neve”, e il Premio letterario nazionale “Città di Trieste” per il teatro, con il monologo Siamo una perfetta famigliola veneta. Il premio “Lapis Histriae 2010” ha pubblicato in Croazia la sua short-story incipit del dramma La custode - Necrologio per un teatro in tre tempi. Suoi racconti e poesie sono apparsi in varie pubblicazioni. Nel 2007 è uscito il suo primo romanzo Le lezioni di Selma per le edizioni libribianchi di Milano.
*Ha fatto parte della Compagnia dal 2010 al 2022, anno della sua scomparsa, a Roma, dopo lunga malattia.
Vera Lúcia de Oliveira (http://www.veraluciadeoliveira.it) è nata in Brasile nel 1958. Poeta e saggista, è docente di Letterature Portoghese e Brasiliana all’Università degli Studi di Perugia. Scrive poesie in portoghese e in italiano ed è presente in riviste e antologie pubblicate in vari paesi. Ha ricevuto diversi premi, fra i quali: Premio di Poesia dell’Accademia Brasiliana di Lettere (Rio de Janeiro, 2005), Premio Popoli in cammino (Milano, 2005), Premio Literatura Para Todos (Brasília, 2006), Premio Internazionale di Poesia Alinari (Firenze, 2009), Premio Internazionale di Poesia Pasolini (Roma, 2006), Premio Faraexcelsior (Rimini, 2019), Premio Giuria Popolare del Concorso Nazionale Lingua Madre (Torino, 2021). Tra le raccolte di poesie si ricordano: Geografia d’ombra (Fonema, 1989), La guarigione(La Fenice, 2000), A chuva nos ruídos (Escrituras, 2004), Verrà l’anno (Fara, 2005), No coração da boca (Escrituras, 2006), Entre as junturas dos ossos (MEC – Brasília, 2006), Il denso delle cose (Besa, 2007), La carne quando è sola (SEF, 2011), O músculo amargo do mundo (Escrituras, 2014), Minha língua roça o mundo (Patuá, 2018), Ero in un caldo paese (Fara, 2019), Esses dias partidos (Patuá, 2022). Fra i saggi, citiamo Poesia, mito e história no modernismo brasileiro (UNESP, 2015), Storie nella storia: Le parabole di Guimarães Rosa (Pensa Multimedia, 2006), Utopia selvaggia – L’indio del Brasile: Innocente Adamo o feroce cannibale? (Gaffi, 2006), Um avesso de país: representações da literatura brasileira contemporânea (Pontes, 2020). Ha tradotto e curato antologie di poeti brasiliani e portoghesi [Instagram: veralucia.deoliveira.m].
Helene Paraskeva è nata ad Atene (Grecia) e vive a Roma. Ha studiato in Grecia, Italia e Regno Unito. Ha pubblicato: la raccolta di racconti Il Tragediometro e altre storie (Fara Editore,2003) e il romanzo Nell’uovo cosmico (Faraeditore,2006); dal 2006 sino al 2024 cinque sillogi poetiche in italiano e cinque in greco e il dramma storico Αποξένωση (Alienazione, 2015).
Ha tradotto in italiano poeti greci raccolti nel volume Pegaso greco (Veat Editlab, 2018) e curato Global Issues in English Literature (Clitt, 2003), testo interculturale in lingua inglese per il Liceo Linguistico e delle Scienze Sociali dove ha insegnato. Ha collaborato alla rubrica “Italieni” del settimanale «Internazionale» e alla rivista «Formafluens».
Brenda Porster è nata a Philadelphia (USA) e ha studiato per il dottorato alla Columbia University prima di trasferirsi a Firenze, dove ha lavorato come docente liceale e universitario. Da molti anni si dedica alla scrittura poetica e alla traduzione letteraria. Le sue poesie, in entrambi le sue lingue identitarie, appaiono in numerosissime antologie collettive, riviste letterarie e siti in Italia all’estero, con traduzioni in tedesco, francese e portoghese; “Una lettera” ha vinto il primo premio nel concorso Donna e Poesia (Roma) nel 2013 e nel 2019 un’ampia selezione delle poesie inglesi è stata pubblicata nel numero annuale di NeMLA (New England Modern Language Association). Ha co-curato tre antologie di poesia femminile contemporanea inglese e italiana: Corporea: il corpo nella poesia femminile di lingua inglese (Le voci della luna, 2009); La tesa fune rossa dell’amore: madri e figlie nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese (La vita felice, 2015), e Matrilineare: madri e figlie nella poesia italiana (La vita felice, 2018). La sua lunga esperienza di traduzione letteraria ha visto collaborazioni continue con riviste letterarie («El Ghibli» e «Voyages, Journal of NYU in Florence) e con il festival annuale di poesia Voci lontane, voci sorelle (Firenze). Le sue traduzioni di poeti contemporanei italiani appaiono in diverse riviste letterarie anglosassoni quali «Gradiva», «The Italian Poetry Review» e «Poetry Birmingham». Ha tradotto un video-romanzo (Recognition di Marco Mazzi), e con J. Bishop la raccolta poetica For the Maintenance of Landscape di Mia Lecomte (Guernica, 2012). Negli ultimi anni collabora regolarmente nella traduzione di libri per l’infanzia per la casa italiana Il Castoro. Del 2023 sono diverse sue traduzioni: Mental Dough, A Dialogue on Poetry and Artistic Practice, di M. Mazzi e A. De Francesco; i libri per l’infanzia Hideaway, di M. Longo e A. Sanna (Red Comet Press, Brooklyn) e What is a Tail Good For?, di B. Pumhösel (Jilipi, Kolkata); e le raccolte poetiche Home is What is Left, di M.Lecomte (Tha Antonym, Kolkata) e Song of Origins, di G.Cinti (Idea Press, Florida).
Begonya Pozo è nata a Valencia (Spagna) nel 1974. È dottore in Filologia presso l’Università di Valencia, dove lavora come prof. Associato di Filologia Italiana (Dipartimento di Filologia Francese e Italiana). Oltre all’insegnamento, si dedica alla ricerca, la traduzione, l’editoria e il management culturale. Si è interessata particolarmente all’analisi del discorso della poesia contemporanea in diverse tradizioni linguistiche tramite studi e saggi comparativi e interdisciplinari. Ha scritto anche diversi articoli e capitoli sulla letteratura migrante italiana e, in particolare, sulla Compagnia delle poete. È fondatrice del premio di poesia Cesar Simón e dell’Aula di Poesia dell'Università di Valencia. È stata anche responsabile – tra il 2004 e il 2009 – dell’Aula di Poesia in catalano presso l'Università Politecnica di Valencia. Tra le raccolte poetiche pubblicate: Poemes a la intempèrie (catalano, Edicions 3i4, 2011), A contracor (catalano/spagnolo, Editorial Ultramarina, 2011), Novunque (vertebre romane) (italiano con traduzione plurilingue, Amargord, 2015), Sense treva (catalano, AdiA Edicions, 2016), Excavant la llum / Excavando la luz (catalano/spagnolo, Tigres de Papel, 2019), Cor primitiu / Corazón primitivo (catalano/spagnolo, Las hojas del Baobab, 2021), D’una set antiga. Antologia 2001-2021 (catalano/sgagnolo, edizione d’autore, 2024) e Arrel (catalano, Godall Edicions, 2024). Le sue poesie sono state tradotte in italiano, arabo, spagnolo, inglese, portoghese, greco, rumeno, hindi, ungherese, sardo, bulgaro, sloveno e wolof.
Barbara Pumhösel è nata in Austria e vive nel Valdarno. Ha pubblicato numerosi libri per bambini, tra cui: La voce della neve (Rizzoli, 2013), Gli errori di coccodrillo (Il Castoro, 2016), La volpe e il picchio e la bambina (Terra nuova, 2017), O Menino e o Cipó (Editora Espiral, 2017) e – insieme a Anna Sarfatti – la serie de La Calamitica III E (Edt, 2007-2009; protagonisti i bambini di una classe multiculturale). Di recente sono usciti: La principessa Sabbiadoro (Giunti, 2020), Un cinghiale in ascensore (Giunti, 2021), L’orchestrosauro (Giunti, 2021), Bestie lettrici. Alfabeto in poesia (Betti, 2022), What is a Tail Good For? (Jilipi, 2023) e Scappi chi può! (Giunti, 2024). Nel 2009 un suo scritto dal titolo “La frontiera li attraversa: appunti sulla poesia transculturale austriaca” è stato inserito nel volume I colori sotto la mia lingua: scritture transculturali in tedesco, a cura di E.-M. Thüne e S. Leonardi (Aracne). Poetry Fellow della Fondazione Bogliasco (Centro Studi Ligure, Genova) nella primavera del 2010, ha vinto vari premi e pubblicato le seguenti raccolte di poesia: prugni (Cosmo Iannone, 2008), gedankenflussabwärts. Erlaufgedichte (Thurnhof, 2009; con litografie a colori di Walpurga Ortag-Glanzer), Parklücken (Verlag Berger, 2013), Dammar (Literaturedition Niederösterreich, 2013; con immagini di Walpurga Ortag-Glanzer), In transitu (Arcipelago itaca, 2016), Ausgewählte Gedichte (Podium Porträt, 2019), Die Distanz der Ufer (Limbus, 2019), Ungras im Paradies (Thurnhof, 2019; con litografie a colori di Rainer Wolf), Un confine in comune (Ensemble, 2021) e GUADO (Thurnhof, 2024).
Melita Richter* è nata a Zagabria (Croazia). Si è laureata in sociologia e ha conseguito un Master in urbanistica all’Università di Zagabria. Ha collaborato a riviste specializzate e culturali in patria, in Italia e all’estero. Dal 1980 vive a Trieste dove lavora come sociologa, docente universitaria, saggista, mediatrice culturale. Autrice di diverse ricerche nell’ambito della sociologia, partecipa attivamente al dibattito internazionale sulla questione balcanica, sull’integrazione europea e sulla posizione della donna nella società contemporanea. È coautrice del libro L’altra Serbia, gli intellettuali e la guerra (Selene Edizioni, 1996) e curatrice (assieme a M. Bacchi) del libro Le guerre cominciano a primavera. Soggetti e genere nel conflitto jugoslavo (Rubbettino, 2003), di Percorsi interculturali, esperienza di mediazione culturale a Trieste (Interethnos, 2006) e di Libri migranti (Cosmo Iannone, 2015). Ha promosso la collana della scrittura migrante del C.A.C.I.T., sempre a Trieste, e curato diverse antologie sul tema della lingua e identità, migrazione e memorie delle donne, migrazione e paesaggi urbani; e il libro plurilingue per bambini Giocare con le parole (Interethnos). Nel 2018 ha pubblicato la raccolta poetica Alcune ragioni minime (Kolibris) e nel 2020 Di case e di luoghi (Vita Activa, postuma).
*Ha fatto parte della Compagnia dal 2011 al 2019, anno in cui è mancata, a Trieste, per un’improvvisa malattia.
Francisca Paz Rojas è nata a Santiago (Cile) nel 1974. Vive in Italia da molti anni, si occupa di poesia e letteratura ispanoamericana. Ha condotto laboratori di scrittura e linguaggio teatrale rivolti a bambini e bambine e attualmente è docente di spagnolo. Alcuni suoi studi critici sono stati pubblicati in riviste in Italia e all'estero. Ha studiato Lingue e letterature straniere e ha ottenuto un dottorato presso l’Università degli studi di Bologna. Alcune sue poesie sono state pubblicate nelle riviste «Pagine», «La Mosca», «Il Caffè» e nelle riviste on-line «El-Ghibli», «Saragana», «Kuma», «Bollettino Fuoricasa», «La santa rabia», progetto LATILMA (Università La Sapienza di Roma); e in volumi di studi di italofonia in Italia e in Francia. Ha collaborato alla rubrica “Italieni” della rivista Internazionale dal 2009 al 2011. Nel 2008 ha vinto il premio per scrittori migranti "Popoli in cammino", sezione inediti e nel 2009 ha pubblicato la raccolta poetica Arsenale (Zona Editrice). È stata finalista del premio di poesia, sezione inediti, della città di Como nell’edizione 2020. Nel 2023 ha pubblicato Del non sapere (Transeuropa). Esa luz mala è il titolo di una raccolta inedita.
Candelaria Romero è nata nel 1973 in Argentina, da genitori poeti. A sette anni inizia la sua formazione artistica diplomandosi nel 1991 presso il Ginnasio d'Arte Drammatica di Stoccolma. Dal 1992 produce e presenta in giro per l'Italia le sue opere di teatro e di poesia. Nel 2010 è uscita la raccolta drammaturgica dei suoi lavori di teatro Poetica e teatro civile – tre monologhi per Amnesty e Survival. Ha pubblicato le raccolte poetiche Salto mortale (2014), Poesie di fine mondo (2010) e Abitare (2021). È ideatrice e coordinatrice del progetto di promozione alla lettura e cittadinanza attiva “Il circolo dei narratori” dell’Associazione Il cerchio di gesso, per il quale ha ricevuto la benemerenza del comune di Bergamo. Nel 2023 riceve la benemerenza da parte della Provincia di Bergamo per il suo lavoro svolto nell’ambito culturale e di cittadinanza attiva. Dal 2022 porta in giro l’opera teatrale Rosmarino – per la rimembranza, ti prego amore, ricorda con la regia di Paolo Dal Canto.
Barbara Serdakowski è nata nel 1964 a Gryfino (Polonia) e vive a Firenze dal 1996. Cittadina canadese, si è laureata all’Università Concordia di Montreal. Ha pubblicato la raccolta poetica La verticalità di esistere linearmente (2010), la raccolta poetica multilingue Così nuda (Ensemble, 2012), il romanzo Katerina e la sua guerra (Robin, 2009), la raccolta poetica Senza verbo (LietoColle, 2017), il romanzo Gli aranci di Tadeusz (Ensemble, 2018) e il romanzo Le quinte dei giorni (Ensemble, 2021). È presente in diverse antologie. Suoi materiali sono stati pubblicati sia in riviste italiane che estere nonché in diversi siti letterari: «The Polyglot», «Trafica Europe 14», «The Anthonym» e altri. Ha vinto diversi premi in concorsi letterari sia per gli editi che gli inediti. Per la natura translingue e poliglotta, il suo lavoro poetico è stato spesso oggetto di interesse e studi per saggi e tesi di dottorato.
Jacqueline Spaccini è nata a Villerupt (Francia) nel 1958. È stata in passato docente di Lingua e Letteratura italiana presso le Università di Caen e di Rabat. Da alcuni anni è tornata a insegnare la Lingua e Letteratura francese. Si occupa di critica letteraria, linguistica e arte. Dal 2010 si dedica al teatro nella duplice veste di attrice e di regista, in lingua italiana e francese. Come traduttrice ha pubblicato: Vesna Parun, Né sogno né cigno (Spring, 1999), Leïla Marouane, La Ripudiata (Spring, 2001) e negli ultimi dieci anni alcune novelle di Michel Volkotitch tratte da Transports solitaires («Linea d’ombra», «L’immaginazione» et alia). Novellista à ses heures perdues, ha curato una raccolta di testi dedicati a Massimo Bontempelli (L'Italie magique de Massimo Bontempelli, PUC, 2008), scritto un libro sui rapporti tra letteratura e pittura (Sotto la protezione di Artemide Diana, Rubbettino, 2009). La raccolta di saggi: Aveva il viso di pietra scolpita (Aracne, 2010) ha vinto il Premio Speciale Saggistica Cesare Pavese 2010. Nel 2011 ha pubblicato La polvere d’ali di una farfalla. Scrittori femministi del XVIII secolo: Choderlos de Laclos e il suo trattato sull’educazione delle donne, sempre per i tipi di Aracne. Nel 2013 ha pubblicato un saggio sui dipinti risorgimentali dal titolo Gli eroi in cielo senza più calore. Miti e realtà del Risorgimento nella pittura italiana del XIX secolo (1820-1870) presso Le Càriti Editore di Firenze. Nel 2015 ha pubblicato una ricerca storica sull’emigrazione italiana in Lorena (Settecittà ed.). È del 2016 la pubblicazione della raccolta di poesie Io di più non posso darti (Robin). Nel 2019 ha tradotto la raccolta di poesie di Laure Cambau, La ragazza dipinta di blu per i tipi LietoColle. Collabora con la rivista dell’università di Tor Vergata «Calliope Arte Narrativa» e con la rivista «Campi immaginabili» (Rubbettino ed.). Insieme con Alessandro Iovinelli ha fondato nel 2024 la rivista di cultura multimediale «TeclaXXI».
Paulina Spiechowicz è nata a Cracovia (Polonia). Cresciuta in Italia, dove ha studiato editoria e giornalismo presso l’Università di Roma 3, ha conseguito un dottorato in Storia dell’arte a Parigi. Vive a Roma e lavora tra la Francia e il Libano. In italiano ha pubblicato la raccolta di poesie Studi sulla notte (Ensemble, 2012), e racconti per Giulio Perrone Editore, «Cadillac», «Patria Letteratura», «Nazione indiana», «Satisfiction»; in francese la silloge poetica Intimism (Horror Vacui, 2013) e Les mots qui nous manquent (Calmann-Lévy, 2016). Due testi per il teatro – Medea’s visions (2017) e Oreste will be back (2019) – sono andati in scena a Parigi alla Ménagerie de verre e alla Place du Louvre, a Napoli al Teatro Bellini, alla Fondazione Mondragone e al museo MADRE. Ha collaborato alla sceneggiatura di Disco Boy di Giacomo Abbruzzese, Orso d’argento alla Berlinale 2023. Del 2024 è Crépuscule, antologia dedicata alle poetesse libanesi, da lei curata con Nada Ghosn per la casa editrice Kaph Books (Beyrouth-Paris) e del 2025 il romanzo d'esordio Mentre tutto brucia (Nutrimenti).
Eva Taylor è nata in Germania e insegna lingua tedesca in Italia. Nel 2006, per le Edizioni l'Obliquo l’esordio con la raccolta di poesie L'igiene della bocca (menzione speciale premio Lorenzo Montano; segnalazione Premio Popoli in cammino). Una sua plaquette di poesie in tedesco, Aus dem Schneebuch, è stata pubblicata per le edizioni d'arte Eric van der Wal (2008); tre composizioni di questa raccolta sono state musicate dal compositore americano Andrew Waggoner (Aus dem Schneebuch, per soprano, clarinetto, violino e violoncello). Nel 2010 sono uscite la plaquette Gartenarbeit (San Marco Handpresse) e la raccolta Volti di parole (Edizioni l’Obliquo); del 2014 è l'antologia trilingue Arguments pointus (le hasard d'être) dove le sue versioni italiane e tedesche sono accompagnate da traduzioni in francese di Jacqueline Spaccini e Aneta Panek. Nel 2015 ha pubblicato il romanzo Carta da zucchero (Fernandel), con cui nel 2014 ha vinto il premio InediTo – Colline di Torino e nel 2016 il premio Gelmi di Caporiacco. È risultata vincitrice della 4° Edizione di poesia Arcipelago Itaca (2018) con la raccolta inedita Lettere al Signor B. Nel 2019 ha pubblicato la raccolta Lezioni di casa (Arcipelago Itaca), vincendo il Premio Ponte di Legno 2020, e nel 2023 La volpe dentro (MC edizioni). Sue poesie e racconti sono presenti in diverse raccolte, tedesche e italiane. Alcune sue poesie sono state tradotte anche in spagnolo, catalano e in inglese (https://www.wordswithoutborders.org/dispatches/article/eva-taylors-tattoosthe-atlas-of-the-i-olivia-e-sears). All’attività di scrittrice affianca quella di traduttrice: dal tedesco in italiano delle prose autobiografiche della scrittrice e pittrice tedesca Unica Zürn (per le Edizioni l’Obliquo), di Marica Bodrožić, di Uljana Wolf e dei poeti turco-tedeschi Yüksel Pazarkaya, Zehra Çırak e Hasan Özdemir; dall’italiano in tedesco di una scelta di poesie, tra le altre, di Elisa Biagini e Anna Maria Carpi.