Il titolo è un neologismo trasversale che vuole riunire in una sola immagine i ruoli diversi che si trova a ricoprire ogni donna, per ricomporre il quadro di un universo femminile in cui ognuna è se stessa e insieme tutte le altre, in un gioco a incastro di anti-bambole solidali, matrioske sorelle. Madri, matrigne, madrine… – caustiche, tenere, ilari, voraci, assorte – tutte ad esprimere la propria femminilità attraverso una parola poetica che non conosce frontiere né distanze, ma nel cuore pulsante dell’esistenza condivisa supera lingue e confini.
In scena Livia Bazu, Mia Lecomte, Sarah Zuhra Lukanic, Melita Richter, Candelaria Romero con poesie proprie e di:
Cristina Ali Farah, Laure Cambau, Vera Lucia de Oliveira, Brenda Porster, Barbara Pümhosel.
Video/scenografia: Janine Von Thüngen
Racconto musicale: Alberto Chicayban (chitarra)
Luci-audio: Paolo Dal Canto
A cura di: Vesna Stanic