Il titolo è un neologismo trasversale che vuole riunire in una sola immagine i ruoli diversi che si trova a ricoprire ogni donna, per ricomporre il quadro di un universo femminile in cui ognuna è se stessa e insieme tutte le altre, in un gioco a incastro di anti-bambole solidali, matrioske sorelle. Madri, matrigne, madrine… – caustiche, tenere, ilari, voraci, assorte – tutte ad esprimere la propria femminilità attraverso una parola poetica che non conosce frontiere né distanze, ma nel cuore pulsante dell'esistenza condivisa supera lingue e confini.
In scena: Mia Lecomte, Vera Lúcia de Oliveira, Candelaria Romero, Barbara Serdakowski, Jacqueline Spaccini con poesie proprie e di:
Adriana Langtry, Brenda Porster, Begonya Pozo, Eva Taylor
Racconto musicale: Pape Kanouté (kora)
Video/scenografia: Janine Von Thüngen