Peau d'âne

Barbara Serdakowski

Prend ton destin entre tes mains in tempi ancora non maturi, quando senti che non puoi non essere al riparo.
La madre è morta… preparati ad ubbidire.

Gli alberi verdi e saldi diventano rami acuti, mentre il vento di carezze infinite ora si sospende.

Corri a passi corti orfana vuota con gli umori di viscere sulla schiena dalle vertebre trasparenti.
Sotto la tua pelle d’asino grande come una casa.
Sei lumaca ora mentre il cielo non più distese sconfinate ma manto in agguato.
L’âne mort de la mère morte
L’âne mort de l’enfance morte,
L’âne mort de l’insouciance…

Preparati ad ubbidire

Spezza il fiato per non essere sentita,
Ingoia il rumore dei battiti, del sangue nelle vene per confonderti meglio, per dissomigliarti
Fuggi asino dalle sottili gambe bianche
Mentre tutto cambia
Mentre tutto tace
Mentre tutto accondiscende
Mentre tutti vedono e non vedono
Hanno occhi macchiati
E velo sulle labbra
Braccia bucate
E sorrisi dai denti pronti

Preparati ad ubbidire

Lei nascose l’anello
Nella torta del destino.

Si cucina per cambiare la pelle della sorte
Con profumi di vaniglia e sangue di budella

Lei non era più orfana
Non era più piccola
Non era più sporca

Lei era aria con vestito di luce
Con madrina inutile e padre traditore
In eredità come manto sul nudo della pelle
Come manto sull’anima disciolta

È con le mani che si cucina la sorte
È con le mani che si permuta

Non si aspettano tempi migliori
Né luridi intenti in salse di virtù
Né principi di principesse dai piedi minuti, dalle dita minute, dalle vite minute…

Si mettono anelli nell’impasto
E si cucinano al forno le pelli della sorte