Sono ancora convinta, mio caro,
che è tutto questione di potere -
il tuo amico ‘Dio’
entra di nascosto nel nostro giardino
a spiarci quando e come gli piace,
senza un minimo di ritegno.
Ti pone divieti assurdi
poi si sente grande quando vede
come tu, da bravo ragazzo
obbediente, gli dai retta
sempre.
A dire il vero
a questo patto tra ‘uomini’
non ci ho mai creduto –
si capisce che con me
non c’avrebbe mai provato.
Mi puoi spiegare, poi,
perché di tutti i frutti
è la conoscenza che ci è negata,
saper distinguere
il bene dal male,
poter scegliere
il giusto?
Avrai capito ormai
il serpente non c’entrava affatto.
Ero io che volevo dare
un taglio definitivo. Basta
al giardino recintato, l’aria profumata,
delizie comandate, il sesso
innocente, insipido, spiato.
Non riuscivo a prendere fiato.
Su, andiamocene di qua –
là fuori c’è il mondo: diviso, mortale,
e libero