Testi

La bella addormentata (e il fotografo)

Helene Paraskeva

Mi aveva imprigionato il braccio
con una morsa a penoso scatto
il fotografo brusco e acre.
Nel bosco incantato,
i tacchi a spillo
affondavano nel fango.
Lui mi interrogò se al risveglio
avessi avuto freddo
e un incubo improvviso
mi si strinse addosso.
"Voglio la realtà della tua camera oscura."

Dalla penombra delle luci rosse
si stagliava il suo profilo leso.
"Facciamo in fretta! Dai, non ti spogliare!"
E mi sentivo strangolare, penetrare,
pungere dall'emozione mista
dell'illecito piacere, sul momento disprezzato.
Stringendomi la nuca svalutata
nella camera oscura ribassata
disse il fotografo sprezzante:
"Però, sembravi meglio addormentata".