Annunciazione. La Vergine del Beato Angelico ricorda

Sally Read

Non sono cresciuta, incavata in pelle paffuta,
seni senza capezzoli, il giglio bianco
aperto con lo specolo. Sbircia dal buco della chiave:
Son debole, non riesco a emettere suono.
Ci vuole tempo per capire le ali d’angelo,
quei muscolosi segni azzurri.
Le mani giunte, fiaccamente incrociate.
Se urlassi lo sentiresti
con la lenta ampiezza della marea,
millenni più tardi, come la luce di una stella.
E come nei sogni, qualcuno mi ha scagliata

in luoghi improbabili: sale intricate,
archi rinascimentali, roseti con spore
di fiori rossi. A volte mi sveglio
sforzandomi di ricordare una stanza bianca,
qualcuno che dovevo trovare, qualcuno per cui
avrei lasciato il mio letto, esplorando le ampie strade,
incalzando le guardie: avete visto
l’amato del mio cuore? escoriandomi
gli occhi nel buio brulicante per −
cosa? Ricordo quasi un richiamo
forte come gli dei,

il sapore di una bocca, olive amare.
Poi più nulla. Le gambe dormienti che ancora
simulano una corsa. A volte sogno
una ragazza dal seno piatto che raccoglie un’arancia
opaca di polvere. Avevo le trecce allora.
Un chiarore nel cielo mentre m’avviavo al tempio
(certe cose non le puoi combattere, come la notte
o la crescita). Il sole era tanto forte
da sciogliere il sentiero, da far appassire un angelo,
e mi opprimeva come un soffitto basso
sulla testa