In principio c’erano bachi
erano buoni, morbidi e gustosi,
pieni di vigore.
E del primo giorno fu mattina.
L’Una sgranocchiava con i denti insetti
tolti dalla schiena dell’Altro
ed essi pure erano buoni.
E fu mezzogiorno del secondo dì.
L’Altro era caldo, qui,
si muoveva con l’Una
facendo il piacere, e era buono.
E del terzo giorno fu sera.
C’era il buio, pregno d’odori
di piccoli rumori –
non sempre buoni.
E la quarta era la notte della paura.
C’era luce. L’Una guardò insù,
non giù per vermi,
e vide l’azzurro senza fine.
E quella fu l’alba della bellezza.
E l’Una guardò ancora insù
e sentì crescere
dentro di sé la meraviglia.
E quella fu la nascita dello stupore.
E l’Una voleva condividere con l’Altro
lo stupore, ma l’Altro non si muoveva,
non era caldo, non era qui. Perciò
il settimo giorno nacque il dolore
e la solitudine, e lo smarrimento