Il libro era gonfio e le pagine increspate
per tutte le volte che era caduto
nella vasca dove mi avevano consigliato 
di stare a mollo nell’acqua colloidale
mezz’ora tre volte la settimana.
Erano mezz’ore di immersione 
voluttuosa nel giambico dei versi 
 – I must go down to the seas again,
to the lonely sea and the sky–
fuori i fratelli picchiavano alla porta
dell’unico bagno di casa.
Cercavo di non sentire il loro bisogno
mentre nell’acqua scivolosa ondeggiavo 
e i versi mi si appiccicavano alla pelle
prima di uscire dalla vasca
sgocciolando sillabe
