Volevo nascere in Inghilterra
per avere la mia Regina Madre.
Per avere la mia Madre della Regina Madre.
Per urlare a squarciagola.
God Save The Queen!
Quegli occhi striminziti e severi.
Mai distratti
mi scortano ovunque vada.
Quel demodé che sa di merletto
Cluny Lace che infiocchettava il
mio focolare marxista
e spartano.
Ma nacqui altrove
My Fair Lady.
Nel dirupo mitteleuropeo
dove non passa il cocchio agghindato
solo zucche vuote
costellate dalla pioggia
rovente e calda
come piscio.
Sorretti nella sincope
della vita sul lago
che galoppa come una somara sgraziata.
Accerchiate dalle collinette degli arbusti scuri
intorno ai salotti deserti
dove l’esistenza sosta
dentro cornici d’argento opaco
che imprigionano una sosta spensierata
in bianco e nero
della vita che ti pianta zavorre vermiglie.
Sognando il tè con la Regina Madre.