Nel golfo di Aulide afono e piatto,
il vento strozzato ancora balbetta.
Prima di mezzanotte non si alzerà
mai, prima del sacrificio
ha un impegno.
Ma Ifigenia ha fretta, non aspetta più.
Trascura lo scalino dell’altare,
inciampa, crolla
e cade sgranocchiando ossa di eroi.
Sgomita, scalpita l’armata epica
di sassi cavalieri e denti opliti
che ha in bocca.
E nell’orecchio la voce di Artemide,
rauca e soffocata dalle sigarette,
fioca, come le antiche fiamme sull’altare,
le sussurra maliziosa:
“Penso che ti dovrai fermare per un po’!”.