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Francisca Paz Rojas

Come chi trascina la radice di notte
sulla strada ho visto papaveri luminosi,
verso l’uscita,
non ho accettato di caricare
la sacca con le morte,
perché mi si chiede di farlo?

Cercavo una voce non padrona
per farla sedere dentro, a suo agio,
cercavo null’altro,
avrei condotto
i passanti alla festa
lungo la città in cui provavo timore
luce quagliata da eclisse
persistenza delle regioni fredde.

Senza contare uno a uno i testamenti
– ciascuno è solo a immaginarsi –
l'aria era frivola e funerea,
la terra e il mare giacevano
come ripiegati.

Questa nausea dopo il sogno
e l’andare senza padre
questa nausea ad altezza d’albero
sopra nidi d’uomini
la nausea del dominio
l’aratro che non ci renderà ricchi
l’azione urgente della notte
– e tu che chiedi quello che io
non posso fare!-

veglia: non coprirai per sempre
questa estinzione di senso,
questi uomini e donne tappezzati
di nero nella fuga,
dovunque.