Oggi non si lavora,
lo sai e io scrivo,
per tramandarti un paese
e dal suo grido umido
lasciar scorrere
le palme aperte
menzognere
la croce senza schienale
dei letti chiusi e lontani;
i verbi maledetti
di tutti i giorni,
il crudo naufragar
del nostro peso
di cotone oscuro,
di ago da ospedale
sul ciondolo di destino.
Avrai sempre il mio sangue
argilla torbida, seme
fulgido fertile in fuga,
tangibile per te,
il segno della mia fronte
ti riconoscerà ovunque.
Non spostare la coperta
di calce,
non spostare il pensiero
rimani, vivi!
È un ponte franato
questo paese,
è un ponte franato
questo paese,
ma io ti vedo